LA STATUA Giuseppe Sanmartino, 1753. Posto al centro della navata della Cappella Sansevero, il Cristo velato è una delle opere più note e suggestive al mondo. Nelle intenzioni del committente, la statua doveva essere eseguita da Antonio Corradini, che per il principe aveva già scolpito la Pudicizia. Tuttavia, Corradini morì nel 1752 e fece in tempo a terminare solo un bozzetto in terracotta del Cristo, oggi conservato al Museo di San Martino. Fu così che Raimondo di Sangro incaricò un giovane artista napoletano, Giuseppe Sanmartino, di realizzare “una statua di marmo scolpita a grandezza naturale, rappresentante Nostro Signore Gesù Cristo morto, coperto da un sudario trasparente realizzato dallo stesso blocco della statua”.

La chiesa del Gesù Nuovo, o della Trinità Maggiore, è una chiesa basilicale di Napoli, sita in piazza del Gesù Nuovo di fronte all'obelisco dell'Immacolata e alla basilica di Santa Chiara. Si tratta di una delle più importanti e vaste chiese della città, tra le massime concentrazioni di pittura e scultura barocca, alla quale hanno lavorato alcuni dei più influenti artisti della scuola napoletana. All'interno è custodito il corpo di san Giuseppe Moscati, canonizzato da papa Giovanni Paolo II nel 1987.la facciata della chiesa. Essa è caratterizzata da particolari bugne, una sorta di piccole piramidi aggettanti verso l'esterno, normalmente usate dal rinascimento veneto. Queste presentano degli strani segni incisi dai “tagliapietra” napoletani che avevano sagomato la durissima pietra di piperno, segni che tradizionalmente sono interpretati come caratterizzanti le diverse squadre di lavoro in cui essi erano suddivisi.

«Nel mezzo della città si apre via Spaccanapoli, un rettilineo di più di un chilometro, stretto e vociante, che divide in due l'enorme agglomerato. È il cuore di questa babele della storia. Qui visse e morì Benedetto Croce»Il decumano inferiore, che prende nell'area centrale i nomi ufficiali di via Benedetto Croce e via Forcella, ma è comunemente chiamato Spaccanapoli, è un'arteria viaria del centro antico di Napoli ed è una delle vie più importanti della città. Essa è insieme con il decumano maggiore e il decumano superiore (decumani di Napoli), una delle tre strade principali dell'impianto urbanistico progettato in epoca greca e che attraversavano in tutta la loro lunghezza l'antica Neapolis. Data l'origine, sarebbe dunque più opportuno parlare di plateia e non di "decumano", denominazione di epoca romana che per convenzione ha sostituito l'originaria. Il decumano inferiore divenne tra il Medioevo e l'Ottocento importante sia per i conventi degli ordini religiosi sia per le abitazioni di uomini potenti che vi vissero.

Via San Gregorio Armeno è una strada del centro storico di Napoli, celebre turisticamente per le botteghe artigiane di presepiLa tradizione presepiale di san Gregorio Armeno ha un'origine remota: nella strada in epoca classica esisteva un tempio dedicato a Cerere, alla quale i cittadini offrivano come ex voto delle piccole statuine di terracotta, fabbricate nelle botteghe vicine.[1] La nascita del presepe napoletano è naturalmente molto più tarda e risale alla fine del Settecento. Oggi via San Gregorio Armeno è nota in tutto il mondo come il centro espositivo delle botteghe artigianali qui ubicate che ormai tutto l'anno realizzano statuine per i presepi, sia canoniche che originali (solitamente ogni anno gli artigiani più eccentrici realizzano statuine con fattezze di personaggi di stringente attualità che magari si sono distinti in positivo o in negativo durante l'anno)

Il sottosuolo di Napoli è attraversato da una grande rete di cunicoli, gallerie, acquedotti e spazi scavati ed utilizzati dall'uomo durante la storia della città sin da diversi secoli avanti Cristo fino a pochi anni dopo la fine del secondo conflitto mondiale. Una scala di ingresso al sottosuolo napoletano I siti del sottosuolo si distinguono dai reperti archeologici sotterranei per la loro origine sotterranea sin dalla realizzazione.I primi manufatti di scavi sotterranei risalgono a circa 5.000 anni fa, quasi alla fine dell'era preistorica. Successivamente, nel III secolo a.C., in periodo greco, vennero aperte le prime cave sotterranee per ricavare i blocchi di tufo necessari alle mura e ai templi della loro Neapolis. Lo sviluppo imponente del reticolo dei sotterranei iniziò in epoca romana: i romani infatti in epoca augustea dotarono la città di gallerie viarie e soprattutto di una rete di acquedotti complessa, alimentata da condotti sotterranei provenienti dalle sorgenti del Serino.Altri rami dell'acquedotto di età augustea arrivarono fino a Miseno, per alimentare la Piscina mirabilis, che fu la riserva d'acqua della flotta romana.

Il Museo archeologico nazionale di Napoli (MANN) è uno storico ente museale, tra i più importanti della città partenopea.E' considerato uno dei più importanti musei archeologici al mondo se non il più importante per quanto riguarda la storia dell'epoca romana. Ha una superficie espositiva complessiva di 12.650 m². Il museo è formato da tre sezioni principali: la collezione Farnese (costituita da reperti provenienti da Roma e dintorni), le collezioni pompeiane (con reperti provenienti dall'area vesuviana, facenti parte soprattutto delle collezioni borboniche) e la collezione egizia che, per importanza, si colloca nel mondo al terzo posto. Sia questi tre settori che altri del museo sono costituiti da collezioni private acquisite o donate alla città nel corso della storia.Dal 2005 nella sottostante stazione "Museo" della linea metropolitana è stata aperta la Stazione Neapolis, in cui piccoli ambienti che si succedono tra loro espongono i reperti archeologici rinvenuti durante gli scavi della metro ed entrati a far parte del patrimonio museale.

Il Pio Monte della Misericordia è un edificio monumentale di Napoli situato in piazza Riario Sforza, lungo il decumano maggiore. Nato come istituzione benefica laica, tra le più antiche e attive della città,[1] ospita al suo interno una chiesa seicentesca dov'è conservata la tela delle Sette opere di Misericordia del Caravaggio, tra le più importanti pitture del Seicento, ed altri prestigiosi dipinti dello stesso secolo appartenenti alla scuola napoletana. L'intero edificio è stato musealizzato nel 2005; alcune sale istituzionali dell'ente al primo piano espongono documenti d'archivio storici fondamentali nella vita dell'istituto e inoltre ospitano la Quadreria del Pio Monte della Misericordia, una delle più importanti raccolte private d'Italia.

Il Palazzo Reale di Napoli è un edificio storico ubicato in piazza del Plebiscito, nel centro storico di Napoli, dov'è posto l'ingresso principale: l'intero complesso, compresi i giardini e il teatro San Carlo, si affaccia anche su piazza Trieste e Trento, piazza del Municipio e via Acton. Fu la residenza storica dei viceré spagnoli per oltre centocinquanta anni, della dinastia borbonica dal 1734 al 1861, interrotta solamente per un decennio all'inizio del XIX secolo dal dominio francese con Giuseppe Bonaparte e Gioacchino Murat, e, a seguito dell'Unità d'Italia, dei Savoia[2]: ceduto nel 1919 da Vittorio Emanuele III di Savoia al demanio statale, è adibito principalmente a polo museale, in particolare gli Appartamenti Reali, ed è sede della biblioteca nazionale. Il Palazzo Reale è stato costruito a partire dal 1600, per raggiungere il suo aspetto definitivo nel 1858: alla sua edificazione e ai relativi lavori di restauro hanno partecipato numerosi architetti come Domenico Fontana, Gaetano Genovese, Luigi Vanvitelli, Ferdinando Sanfelice e Francesco Antonio Picchiatti.

Castel Nuovo, chiamato anche Maschio Angioino o Mastio Angioino, è uno storico castello medievale e rinascimentale, nonché uno dei simboli della città di Napoli. Il castello domina la scenografica piazza Municipio ed è sede della Società napoletana di storia patria e del Comitato di Napoli dell'Istituto per la storia del Risorgimento italiano, ospitato nei locali della SNSP. Nel complesso è situato anche il museo civico, cui appartengono la cappella palatina e i percorsi museali del primo e secondo piano. La Fondazione Valenzi vi ha la sua sede di rappresentanza, inaugurata il 15 novembre 2009 dall'allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ed altre autorità, nell'ambito della celebrazione dei cento anni dalla nascita di Maurizio Valenzi. Wikipedia

Il castel dell'Ovo, è il castello più antico della città di Napoli ed è uno degli elementi che spiccano maggiormente nel celebre panorama del golfo. Si trova tra i quartieri di San Ferdinando e Chiaia, di fronte a via Partenope. A causa di diversi eventi che hanno in parte distrutto l'originario aspetto normanno e grazie ai successivi lavori di ricostruzione avvenuti durante il periodo angioino ed aragonese.Un'antica leggenda vuole che il suo nome derivi dall'aver il poeta latino Virgilio nascosto nelle segrete dell'edificio un uovo magico che aveva il potere di mantenere in piedi l'intera fortezza. La sua rottura avrebbe però provocato non solo il crollo del castello, ma anche una serie di rovinose catastrofi alla città di Napoli. Durante il XIV secolo, al tempo di Giovanna I, il castello subì ingenti danni a causa del crollo parziale dell'arco sul quale è poggiato e, per evitare che tra la popolazione si diffondesse il panico per le presunte future catastrofi che avrebbero colpito la città, la regina dovette giurare di aver sostituito l'uovo.

Piazza del Plebiscito è una piazza di Napoli posizionata al termine di via Toledo, non appena oltrepassata piazza Trieste e Trento. Ubicata nel centro storico, tra il lungomare e via Toledo, con una superficie di circa 25 000 metri quadrati la piazza si presenta come una delle più grandi della città e d'Italia e per questo è quella più utilizzata per le grandi manifestazioni. Piazza del Plebiscito può essere suddivisa in due parti distinte: la prima è ai piedi della Basilica e segue una conformazione semicircolare, mentre l'altra - al di sotto dell'asse di chiusura dell'emiciclo - ha una forma rettangolare, determinata nei lati brevi dalle cortine dei palazzi gemelli e nel lato lungo dal profilo del palazzo Reale. Nei centri dei due quarti di cerchio in cui è frammentato l'emiciclo, lungo l'asse di chiusura del colonnato, si ergono isolate nella piazza le due statue equestri di Carlo III di Borbone (iniziatore della dinastia borbonica) e di suo figlio Ferdinando I; la prima realizzata da Antonio Canova, mentre la seconda, iniziata dallo stesso Canova e completata con l'inserimento del cavaliere dallo scultore napoletano Antonio Calì. Come già accennato, la piazza lateralmente è chiusa da due edifici simmetrici ed identici, gli odierni palazzo della Prefettura (verso l'entroterra) e palazzo Salerno (verso il mare). Questi due, fronteggiandosi, formano un ampio spazio di passeggio finalmente delimitato dal palazzo Reale di Napoli; in questo modo, si viene a creare una scenografica piazza rettangolare con esedra porticata a semicerchio, come nelle intenzioni del Bianchi.

La galleria Umberto I è una galleria commerciale costruita a Napoli tra il 1887 e il 1890. È dedicata a Umberto I d'Italia, come omaggio al Re e in ricordo della sua generosa presenza durante l'epidemia di colera del 1884, che mostrò l'esigenza di un "Risanamento" della città.la galleria Umberto I, sin dalla sua costruzione, divenne immediatamente un fondamentale polo commerciale della città di Napoli, grazie anche all'ubicazione che la vede circondata dalle strade dello struscio quali via Toledo, via Santa Brigida e la non lontana via Medina. Anche per la sua vicinanza a importanti luoghi della cultura e della politica, la Galleria ben presto divenne anche centro mondano della città.

La basilica di Santa Chiara, o il monastero di Santa Chiara, è un edificio di culto monumentale di Napoli, tra i più importanti e grandi complessi monastici della città. La basilica ha il suo ingresso su via Benedetto Croce (decumano inferiore). Si tratta della più grande basilica gotico-angioina della città, caratterizzata da un monastero che comprende quattro chiostri monumentali, gli scavi archeologici nell'area circostante e diverse altre sale nelle quali è ospitato l'omonimo Museo dell'Opera, che a sua volta comprende nella visita anche il coro delle monache, con resti di affreschi di Giotto, un grande refettorio, la sacrestia ed altri ambienti basilicali.

La Certosa di San Martino ("Certosa di San Martino") è un ex complesso monastico, ora museo, a Napoli, nel sud Italia. Insieme a Castel Sant'Elmo che gli sta accanto, questo è il punto di riferimento più visibile della città, arroccato in cima alla collina del Vomero che domina il golfo. Certosa, fu terminata e inaugurata sotto il regno della regina Giovanna I nel 1368. Fu dedicata a San Martino di Tours. Nella prima metà del XVI secolo venne ampliato. Successivamente, nel 1623, venne ulteriormente ampliato e divenne, sotto la direzione dell'architetto Cosimo Fanzago,[1] sostanzialmente la struttura che vediamo oggi. Nel 1799 le forze d'occupazione francesi anticlericali soppressero il monastero e costrinsero i monaci alla fuga. Nei decenni successivi i monaci fecero diversi tentativi per ristabilire la loro certosa, l'ultimo fallendo nel 1866, quando lo Stato confiscò definitivamente la proprietà. Oggi gli edifici ospitano il Museo Nazionale di San Martino con un'esposizione di manufatti di epoca spagnola e borbonica, nonché esposizioni di presepe, considerato tra i più belli al mondo.

Castel Sant'Elmo è una fortezza medievale situata sulla collina del Vomero adiacente alla Certosa di San Martino, con vista su Napoli, Italia. Il nome "Sant'Elmo" deriva da una precedente chiesa del X secolo dedicata a Sant'Erasmo, abbreviato in "Ermo" e, infine, modificato in "Elmo". Situata vicino al capolinea superiore del Petraio, uno dei primi collegamenti pedonali della città tra Napoli alta e bassa, la fortezza oggi funge da museo, sala espositiva e uffici.

Il cimitero delle Fontanelle (in napoletano 'e Funtanelle) è un antico cimitero della città di Napoli, situato in via Fontanelle. Chiamato in questo modo per la presenza in tempi remoti di fonti d'acqua, il cimitero accoglie circa 40.000 resti[2] di persone, vittime della grande peste del 1656 e del colera del 1836. Il cimitero è noto anche perché vi si svolgeva un particolare rito, detto il rito delle "anime pezzentelle", che prevedeva l'adozione e la sistemazione, in cambio di protezione, di un cranio (detta «capuzzella»),[3] al quale corrispondeva un'anima abbandonata (detta perciò «pezzentella»)[3].

Museo di Capodimonte is an art museum located in the Palace of Capodimonte, a grand Bourbon palazzo in Naples, Italy designed by Giovanni Antonio Medrano. The museum is the prime repository of Neapolitan painting and decorative art, with several important works from other Italian schools of painting, and some important ancient Roman sculptures. It is one of the largest museums in Italy. The museum was inaugurated in 1957

Il Museo d'Arte Contemporanea Donnaregina, spesso noto come Museo Madre, o Museo d'Arte Contemporanea Donnaregina, è un museo di arte contemporanea a Napoli, in Campania, nel sud Italia. È ospitato nel Palazzo Donnaregina, adattato dall'architetto portoghese Álvaro Siza Vieira.[2]: 44  Il museo è stato inaugurato nel 2005

PAN

Palazzo delle Arti

Il palazzo delle Arti di Napoli (anche conosciuto come PAN) è un museo della città di Napoli, ubicato nello storico palazzo Carafa di Roccella in via dei Mille; ospita esposizioni di arte contemporanea nelle sue molteplici forme (pittura, scultura, fotografia, grafica, fumetto, design, videoarte, cinema). Il Comune di Napoli acquistò l'edificio e ne avviò il restauro nel 1984; nel 1998 ne stabilì la destinazione d'uso come Centro di documentazione per le arti contemporanee, successivamente estesa anche all'attività espositiva. Venne inaugurato il 26 marzo 2005. La struttura ha una superficie di 6.000 m2 su tre piani con aree espositive, mediateca, spazi per attività didattiche, libreria dedicata, caffetterie, terrazze.

Il Museo nazionale ferroviario di Pietrarsa è un museo ferroviario ubicato fra San Giovanni a Teduccio, quartiere di Napoli, e Portici, allestito nei locali delle ex Officine di Pietrarsa sulla spiaggia davanti alla stazione ferroviaria di Pietrarsa-San Giorgio a Cremano.Il museo ferroviario è stato realizzato laddove sorgeva il Reale opificio borbonico di Pietrarsa, struttura concepita da Ferdinando II di Borbone nel 1840 come industria siderurgica e dal 1845 come fabbrica di locomotive a vapore. L'attività ebbe inizio con il montaggio in loco di sette locomotive, utilizzando le parti componenti costruite in Inghilterra secondo uno dei precedenti modelli inglesi acquistati nel 1843. Il 22 maggio di quell'anno, Ferdinando II emanò un editto nel quale riportava: «È volere di Sua maestà che lo stabilimento di Pietrarsa si occupi della costruzione delle locomotive, nonché delle riparazioni e dei bisogni per le locomotive stesse degli accessori dei carri e dei wagons che percorreranno la nuova strada ferrata Napoli-Capua».

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